venerdì 2 febbraio 2018

Comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Mistica e Casa Calda”. Richiesta di salvaguardia del Comprensorio medesimo attraverso l’apposizione dei necessari vincoli di tutela sulle aree non più tutelate ed una adeguata gestione dell’uso del suolo da parte del Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio



Alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma
Piazza dei Cinquecento, 67

Al Segretariato Regionale del MIBACT per il Lazio
Via di san Michele, 22

Alla Direzione Generale archeologia, Belle arti e paesaggio
Via di san Michele, 22

Alla Direzione Generale archeologia, Belle arti e paesaggio
Servizio II – Scavi e tutela del patrimonio archeologico
Via di san Michele, 22

Alla Direzione Generale archeologia, Belle arti e paesaggio
Servizio V – Tutela del paesaggio
Via di san Michele, 22

Al Segretariato Generale del MIBACT
Via del Collegio romano, 27
00186 Roma (mbac-sg@mailcert.beniculturali.it)

All’Assessore Politiche del Territorio e Mobilità della Regione Lazio
Via del Giorgione 129

Alla Direzione Regionale Territorio, Urbanistica e Mobilità della Regione Lazio
Area pianificazione paesistica e territoriale
Via del Giorgione 129
00147 Roma (pianificazione_paesistica@regione.lazio.legalmail.it)

Alla Sindaca del Comune di Roma
Piazza del Campidoglio, 1
00186 Roma (protocollo.gabinettosindaco@pec.comune.roma.it)


Oggetto: Comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Mistica e Casa Calda”. Richiesta di salvaguardia del Comprensorio medesimo attraverso l’apposizione dei necessari vincoli di tutela sulle aree non più tutelate ed una adeguata gestione dell’uso del suolo da parte del Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio.

Allegati: Lettera del 18.11.2015 con allegati
                Lettera del 6.11.2017 con allegati
                Estratto della Tavola 24 374 A del PTPR Lazio adottato nel 2007
                Estratto della Tavola 24 374 A del PTPR Lazio oggetto della Decisione di Giunta Regione Lazio n. 60 del 10.3.2016
                Estratto delle Tavole del PTP 15/9 “Valle dell’Aniene”
                DDR del 21.1.2015 relativo alla riformulazione del vincolo archeologico sul Comprensorio in questione
                Immagine del casale della Tenuta della Mistica

Il settore orientale della periferia romana, come del resto tutta la periferia della Capitale, è caratterizzato al tempo stesso da un fitto tessuto urbano densamente popolato e povero di verde e servizi, da un elevato livello di inquinamento atmosferico dovuto al traffico veicolare, da un notevole grado di impermeabilizzazione del suolo con pesanti ricadute sul microclima locale, e dalla presenza di beni culturali ed ambientali di notevole importanza.
La salvaguardia e la valorizzazione di questi beni è l’occasione per riqualificare l’intero settore urbanistico, attraverso la realizzazione di vasti parchi urbani che interrompano la continuità del tessuto edificato che si estende dal centro storico della città fino alle più lontane periferie oltre il Grande Raccordo Anulare, e che al tempo stesso realizzino una rete ecologica attraverso corridoi di collegamento tra la Riserva dell’Aniene a nord e il Parco Regionale dell’Appia Antica a sud.
Nell’area compresa tra Via di Tor Tre Teste ad ovest, Via di Casa Calda a sud, il G.R.A. e Via Muraccio di Rischiaro a ovest e la Via Prenestina a nord è presente il Comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Casa Mistica e Casa Calda”, che presenta il paesaggio classico dell’Agro romano attraversato dai resti dell’Acquedotto Alessandrino, ma anche caratterizzato da significativi monumenti medievali quali il Torraccio del Rischiaro o il complesso delle torri di Casa Calda, nonché da significative architetture rurali quali il grande casale a corte della Tenuta La Mistica.
L’ importanza culturale ed ambientale e la conseguente necessità di tutela di questo Comprensorio è stata riconosciuta dapprima dal D.M. 2.2.1990, con il quale è stato apposto il vincolo archeologico ex Lege 1089/39 sul tratto dell’Acquedotto Alessandrino compreso tra Via di Tor Tre teste ed il GRA e la corrispondente fascia di rispetto di 100 metri su ambo i lati. Detto D.M. è stato recentemente rettificato da Decreto della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio del 21.1.1995.
Successivamente sull’intera area in questione è stato  apposto il vincolo archeologico ex Lege 1089/39 con D.M. 12.10.1995.
Detto vincolo di tutela è stato tuttavia oggetto di numerosi ricorsi da parte di privati presso il TAR del Lazio ed il Consiglio di Stato. Pertanto la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio con Decreto del 21.1.2015 ha riformulato il D.M. 12.10.1995, limitando il vincolo di tutela alle sole fasce di territorio dalle quali si percepiscono le visuali dei resti dell’Acquedotto Alessandrino. In tal modo a nord dell’Acquedotto è stata tutelata una fascia lungo Via di Tor Tre Teste, mentre a sud dell’Acquedotto è stata tutelata una fascia che si estende mediamente a circa 300 metri dall’Acquedotto, e che si spinge fino al complesso della Torre di Casa Calda.
Il Comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Casa Mistica e Casa Calda” è stato altresì ricompresso all’interno della vasta “area comprendente il Fosso di Tor Tre Teste, Casa Mistica, Casa Calda e Torre Angela” la cui importanza culturale ed paesistica e la conseguente necessità di tutela è stata riconosciuta dal D.M. 5.4.2001, con cui il Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali, su proposte della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Roma e della Soprintendenza Archeologica di Roma, ha apposto il vincolo paesistico in quanto  zona di interesse archeologico di cui all’art. 146, comma 1, lettera m), del Decreto legislativo n. 490 del 29.10.1999.
Detto vincolo di tutela è stato impugnato da parte del Comune di Roma al TAR del Lazio, il quale con sentenza n.14578 del 10.12.2001 ha annullato il D.M. 5.4.2001 per mancato rispetto della procedura riguardante la emanazione del vincolo. Contro detta sentenza non è stato tuttavia presentato ricorso al Consiglio di Stato.
La Regione Lazio attraverso l’adozione del Piano Territoriale Paesistico 15/9 Valle dell’Aniene con DGRL 9250del 7.11.1995, e la successiva approvazione del medesimo con la Legge Regionale n. 24 del 1998, ha riconosciuto l’importanza culturale ed ambientale dell’area in questione facendola ricadere in larga misura all’interno della zona di tutela integrale TI/38. Le zone di tutela integrale individuate dalle sigle TI/22, TI/30 e TI/38 sono disciplinate dall’art. 34, comma B1, delle Norme, Parte Prima, del PTP 15/9 Valle dell’Aniene. Dette zone di tutela integrale “sono costituite da porzioni territoriali che conservano in condizioni di sostanziale integrità ambientale il più rilevante valore e interesse archeologico e storico-monumentale. Tali zone presentano inoltre un elevato valore paesistico che discende dall’integrazione tra detti beni e il paesaggio agricolo circostante, che costituisce di esse irrinunciabile area di protezione”. Le zone di tutela integrale TI/22 e TI/30 riguardano invece il crinale ed i margine esterno del cratere di Gabii con i resti della città antica, ed il pianoro retrostante Corcolle su cui è situato l’antico abitato di Querquetola. “Pertanto in  dette areecostituisce priorità assoluta la conservazione e la valorizzazione di dette emergenze archeologiche e storico-monumentali”.
Nel successivo PTPR della Regione Lazio, adottato con DGRL n. 556 del 25.7.2007, è stata pertanto riconosciuta l’importanza storica e paesistica dell’area in questione, classificandola nella Tavola A 24 Foglio 374 in larga parte come “paesaggio dell’insediamento storico diffuso”, e sottoponendola così alle limitazioni di trasformabilità contenute nell’art. 31 delle Norme del PTPR medesimo.
Invece nel PTPR della Regione Lazio oggetto della proposta di Deliberazione Consiliare approvata dalla Giunta Regionale con Decisione n. 6 del 10.3.2016, ampie porzioni dell’area in questione lungo il fosso di Tor Tre Teste ed a fianco dell’Acquedotto Alessandrino vengono classificate come paesaggio naturale di continuità. L’area interessata dalle architetture rurali del grande casale a corte della Tenuta della Mistica, sebbene sia tutelata da vincolo archeologico e paesistico, viene classificata addirittura come paesaggio degli insediamenti in evoluzione.   Detta tipologia di paesaggio si riferisce ad “aree parzialmente edificate e in via di trasformazione o di sviluppo urbano compatibile. Possono ricomprendere territori con originaria destinazione agricola ma ormai inseriti in tessuti urbani o immediatamente circostanti o aree già impegnate con programmi di trasformazione in cui sono consentite varianti agli strumenti urbanistici a scopo edificatorio”.
A tale riguardo è necessario segnalare che tutta la fascia a nord dell’Acquedotto Alessandrino, tra via di Tor tre teste ed il GRA, per una profondità di 100 metri è tutelata dal vincolo archeologico fin dal 1990.
Le scriventi Associazioni, facendo seguito alle precedenti note del 18.11.2015 e del 6.11.2017, che pure si allegano alla presente, chiedono che l’intero comprensorio storico-archeologico “Tor Tre Teste, Mistica e Casa Calda”, oggetto del D.M. 21.10.1995 (arealmente ridimensionato dal DDR 21.1.2015), e ricompreso nell’area oggetto del D.M. 5.4.2001 (annullato per vizi di forma della procedura), venga al più presto di nuovo tutelato dall’apposizione di un vincolo di tutela paesistico.
Si chiede altresì una revisione della pianificazione paesistica contenuta nella Tavola 374 A del PTPR approvato dalla sola Giunta Regionale del Lazio con Decisione del 10.3.2016, non solo per quanto attiene alla parte del comprensorio classificata come paesaggio naturale di continuità, ma soprattutto per quanto attiene alla porzione di area relativa ai casali a corte della Tenuta della Mistica e classificata addirittura come paesaggio degli insediamenti in evoluzione.
Risulta infine essere stato abbattuto il casale della Tenuta della Mistica, raffigurato nell’allegata immagine e già presente all’angolo nord-ovest del complesso, sulla destra del viale alberato che dal fosso di Tor tre teste conduce al ponte sul GRA.
A tale riguardo si chiede di verificare se l’abbattimento sia stato eseguito con tutte le autorizzazioni previste dalla vigente normativa urbanistica e di tutela dei beni archeologici e paesistici.


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